Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani in Azerbaijan. I deputati chiedono il rilascio immediato dei prigionieri politici, la fine delle persecuzioni e il riconoscimento dei diritti della popolazione armena nella regione.

Il 24 ottobre 2024, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione cruciale riguardante la situazione in Azerbaigian, evidenziando “violazioni dei diritti umani, violazioni del diritto internazionale e relazioni con l’Armenia”. Con 453 voti a favore, 31 contro e 89 astensioni, la risoluzione sottolinea le preoccupazioni pressanti tra i membri del Parlamento Europeo (MEP) riguardo al deterioramento del panorama dei diritti umani nella regione.

Secondo i rapporti del corrispondente di “Armenpress” a Bruxelles, la risoluzione denuncia fermamente le autorità azere per le loro azioni repressive contro i leader dell’opposizione, i giornalisti e gli attivisti, sia a livello nazionale che internazionale. Queste violazioni sono notevolmente intensificate in vista della prossima Conferenza delle Parti (COP 29), sollecitando chiamate urgenti all’azione.

La risoluzione richiede il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici detenuti arbitrariamente, nonché la fine di tutte le forme di persecuzione e repressione. I MEP esprimono gravi preoccupazioni riguardo all’atmosfera di paura che permea l’Azerbaigian, volta a silenziare una società civile già vulnerabile.

La risoluzione afferma che le continue violazioni dei diritti umani da parte dell’Azerbaigian sono incompatibili con l’ospitalità della COP 29. I leader dell’Unione Europea (UE), in particolare la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, sono esortati a sfruttare questa piattaforma internazionale per ricordare all’Azerbaigian i suoi obblighi internazionali e affrontare in modo sostanziale la situazione dei diritti umani nel paese.

Il Parlamento Europeo chiede all’UE e ai suoi stati membri di adottare misure decisive per garantire che le conferenze climatiche delle Nazioni Unite non siano ospitate in paesi con scarsi risultati in materia di diritti umani. Inoltre, richiede la fine della dipendenza dell’UE dal gas azero e la sospensione del memorandum di intesa del 2022 sulla partnership strategica in campo energetico.

I MEP sottolineano che il rilascio di tutti i prigionieri politici e l’attuazione di riforme legali devono servire da prerequisiti per qualsiasi futura partnership tra l’UE e l’Azerbaigian. Sottolineano anche che l’Azerbaigian deve dimostrare una reale disponibilità a impegnarsi in negoziati di pace con l’Armenia e a rispettare i diritti degli armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh.

Il Parlamento Europeo riafferma il proprio sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale sia dell’Armenia che dell’Azerbaigian. Sostiene la risoluzione delle relazioni bilaterali sulla base del riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale e dei confini, in conformità con la Dichiarazione di Alma-Ata del 1991. Il Parlamento insiste affinché le forze azere si ritirino dal territorio armeno e chiede il rispetto dell’integrità territoriale dell’Armenia.

La risoluzione sottolinea che tutte le questioni relative alle comunicazioni nella regione devono essere risolte nel rispetto della sovranità dell’Armenia. I MEP avvertono che qualsiasi azione militare contro l’Armenia è inaccettabile e avrebbe conseguenze gravi per le relazioni UE-Azerbaigian.

Affermano inoltre che l’UE deve essere pronta a imporre sanzioni a qualsiasi individuo o organizzazione che minacci la sovranità e l’integrità territoriale dell’Armenia. I MEP lodano l’assistenza fornita alle forze armate armene dal Fondo per la Pace Europeo e chiedono una cooperazione rafforzata tra Armenia e UE nei settori della sicurezza e della difesa.

Il Parlamento esprime preoccupazione per le dichiarazioni diffamatorie provenienti dall’Azerbaigian e invita l’UE a estendere il mandato della propria missione civile in Armenia. Riguardo al processo di delimitazione dei confini, i MEP chiedono all’UE di interrompere qualsiasi assistenza tecnica e finanziaria all’Azerbaigian che possa rafforzare le sue capacità militari.

La risoluzione richiede il rilascio immediato di tutti e 23 i prigionieri di guerra armeni e invita l’Azerbaigian a conformarsi alle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia, comprese quelle relative al ritorno sicuro e rapido degli armeni dal Nagorno-Karabakh. I MEP sostengono un dialogo completo e trasparente con la comunità armena del Nagorno-Karabakh, garantendo la salvaguardia dei loro diritti fondamentali.

Esprimendo profonda preoccupazione per la preservazione del patrimonio culturale nel Nagorno-Karabakh, il Parlamento Europeo esorta le autorità azere a astenersi da ulteriori distruzioni di siti culturali e storici. I MEP insistono affinché l’Azerbaigian conceda l’accesso all’UNESCO per proteggere la ricca diversità culturale della regione.

In conclusione, la risoluzione condanna gli attacchi personali da parte di funzionari azeri contro rappresentanti eletti europei e richiede che l’ingresso di tali funzionari nelle istituzioni dell’UE sia vietato fino a nuovo avviso. Chiedendo azioni concrete e un impegno robusto per i diritti umani, il Parlamento Europeo spera di promuovere un cambiamento positivo in Azerbaigian e nella più ampia regione del Nagorno-Karabakh.

Commentando l’adozione della risoluzione, Kaspar Karampetian, Presidente dell’Ufficio europeo per la Difesa della Causa Armena della Federazione Rivoluzionaria Armena, ha sottolineato diversi punti salienti:

“L’adozione di questa risoluzione rappresenta una continuazione logica delle precedenti risoluzioni del Parlamento europeo e delle discussioni tenutesi il 22 ottobre. Estendiamo la nostra sincera gratitudine ai Membri del Parlamento europeo (MEP) e lodiamo il loro fermo impegno a favore di una difesa principled, che speriamo possa portare a una revisione critica della politica esecutiva dell’Unione europea nei confronti dell’Azerbaigian.

In merito a questa risoluzione, è fondamentale sottolineare che il Parlamento ha delineato prerequisiti per l’evoluzione futura delle relazioni contrattuali tra l’UE e l’Azerbaigian. Questi prerequisiti includono in particolare il rilascio incondizionato dei prigionieri politici, una dimostrazione inequivocabile di sincerità nei negoziati di pace con l’Armenia e il rispetto incondizionato dei diritti della popolazione armena nel Nagorno-Karabakh.

Inoltre, è cruciale evidenziare che la ratifica di qualsiasi nuovo accordo potenziale tra l’Unione europea e l’Azerbaigian rientra interamente nella competenza del Parlamento europeo. In questo contesto, l’esecutivo è vincolato dalle posizioni adottate dal Parlamento. Di conseguenza, il percorso della politica dell’UE dipenderà in modo significativo dalle risoluzioni parlamentari, rendendo così l’esecutivo incapace di ignorare indefinitamente le prospettive del Parlamento.

Stiamo già osservando un notevole irrigidimento della retorica da parte del Servizio europeo per l’azione esterna nei confronti dell’Azerbaigian, insieme all’inclusione di agende che si allineano con i nostri valori. L’Ufficio europeo per la causa armena rimane fermo nel suo impegno a promuovere sforzi in questo ambito.”

Fonte principale: aysor.am